La psoriasi è un’infiammazione cronica della pelle che si manifesta attraverso la comparsa di chiazze rosse e spesse.
Cos’è
La psoriasi è un’infiammazione cronica della pelle che si manifesta attraverso la comparsa di chiazze rosse e spesse, accompagnate da squame grigiastre, le cosiddette placche, che causano bruciori e pruriti. La loro estensione è estremamente variabile da soggetto a soggetto e compaiono con maggiore frequenza su zone come le piante dei piedi, le ginocchia, il cuoio capelluto e i gomiti, anche se spesso possono apparire anche in corrispondenza dei genitali o delle unghie.
In alcuni casi le loro dimensioni possono essere di proporzioni e gravità tali da limitare fortemente il soggetto nello svolgimento della sua normale esistenza, sia per gli inestetismi sia per il prurito e il bruciore che ne derivano. Non è contagiosa. Si è notato che la psoriasi da stress colpisce soggetti che appartengono alle fasce d’età più disparate ma che a soffrirne sono perlopiù gli adulti, e che, in termini percentuali, la sua incidenza non varia in maniera significativa tra appartenenti al sesso femminile e maschile. Ne soffrono circa 125 milioni di persone nel mondo e intorno ai 2,5 milioni di italiani.
Sintomi
Le chiazze e le pustole tipiche della psoriasi possono presentarsi su diverse aree del corpo in forme più o meno gravi come:
la psoriasi volgare, che è quella che si verifica con maggiore frequenza. Inizia a manifestarsi con la comparsa di chiazze di colore rossastro di dimensioni non molto grandi, che via via si ingrandiscono. In genere, tale forma interessa soprattutto gli adulti e tende, ad un certo punto, ad attenuarsi e a regredire, per poi fare nuovamente la sua comparsa.
La psoriasi eritrodermica, invece, risulta essere molto più grave, in quanto provoca infiammazioni ed arrossamenti che interessano tutto il corpo e che spesso costringono il paziente ad affidarsi a cure ospedaliere. Non meno grave e invalidante è la psoriasi artropatica, che ha effetti anche sulle articolazioni e provoca ai soggetti che ne vengono colpiti dolore e gonfiore a piedi e mani e difficoltà per ciò che riguarda la masticazione. Molto simile all’artrite, dunque, si verifica nel 30% circa dei casi.
La forma di psoriasi più diffusa è quella del cuoio capelluto, che in genere si distingue dalle altre tipologie in quanto le chiazze rimangono confinate nella zona del capo senza andare ad interessare il resto del corpo. Contrariamente a quanto pensa la maggior parte delle persone, essa non è affatto responsabile della caduta dei capelli.
Tipica dell’età adolescenziale e infantile, invece, è la psoriasi guttata, che si manifesta con macchie di dimensioni poco elevate (grandi quanto gocce, per intenderci).
Cause psico-fisiche
Nella comparsa della psoriasi da stress, entrano in gioco diversi fattori: uno di questi è la predisposizione genetica, che spesso determina anche una certa familiarità del disturbo, e cioè una maggiore probabilità che coloro che hanno almeno uno dei genitori con problemi di psoriasi soffrano a loro volta di tale patologia. Tuttavia questo fattore diventa determinante in corrispondenza di periodi o avvenimenti particolarmente stressanti per il soggetto, dal punto di vista emotivo o fisico.
Non di rado, infatti, la comparsa dei sintomi che annunciano l’insorgenza di questa malattia o il loro aggravarsi avviene proprio nel corso di avvenimenti particolarmente dolorosi quali, ad esempio, la scomparsa di una persona cara, così come, invece, non è infrequente che si registri l’attenuazione delle macchie o delle pustole in periodi di serenità o di felicità, come ad esempio avviene nelle donne che stanno per diventare madri. Dal punto di vista fisico, invece, la psoriasi trova un terreno particolarmente fertile in tutti quei soggetti deboli fisicamente per i motivi più disparati: operazioni chirurgiche, traumi, infezioni e altre malattie sono infatti spesso alla base di condizioni particolarmente stressanti che favoriscono la comparsa della psoriasi.
In situazioni particolarmente stressanti anche abitudini poco salutari, quali ad esempio l’abuso di alcolici, il fumo, una dieta non equilibrata , possono diventare delle perfette con-cause.
Cosa fare per intervenire da soli e prevenirla
Nel trattamento e controllo della psoriasi, l’alimentazione gioca un ruolo molto importante, dal momento che l’assunzione di cibo può contrapporsi all’effetto ossidativo dell’organismo .Oltre alla terapia farmacologica, è sempre utile seguire uno stile di vita corretto, in grado di correggere o prevenire alcuni fattori di rischio, come l’obesità. L’alimentazione è importante, i pazienti affetti da psoriasi dovrebbero evitare carni rosse, insaccati, grassi, fritture, sale, latticini, zucchero e naturalmente gli alcolici, preferendo pane integrale, pasta, legumi, verdura, frutta e pesce.
Gli alimenti consentiti per la psoriasi:
- quelli che contengono vitamina A: spinaci, basilico, asparagi, peperoni, carote, zucca, pomodori, coriandolo, fegato, uova, burro e pesce
- Quelli che contengono vitamina C: arancio, pompelmo o di pompelmo, limone, kiwi, mela, anguria, aglio, sedano, fragole, uva, ananas, mirtilli, avocado, mango, more, ecc.
- con acido folico: cereali integrali, legumi, spinaci, arance, asparagi, lattuga, germe di grano
- quelli ricchi di selenio: uva, pesche, aglio, zucca, orzo, avena, mais, pistacchi, asparagi e spinaci
- gli alimenti ricchi di acidi grassi omega-3 : pesce e frutti di mare
- ricchi di zinco: sedano, asparagi, fichi, patate, melanzane, semi di girasole
Inoltre dovrebbero consumare almeno 2 litri di acqua al giorno per favorire l’idratazione della pelle ed esporsi al sole gradualmente per evitare irritazione o ustioni della pelle che andrebbero ad aggravare una situazione già compromessa o in equilibrio precario. Il sole, di per sè, può essere considerato un valido alleato per la pelle affetta da psoriasi in circa l’80% dei casi (alcune forme di psoriasi tendono però a peggiorare con l’esposizione al sole). I raggi solari infatti sono formati oltre che da radiazioni visibili e infrarosse, da raggi UV analoghi a quelli impiegate nella fototerapia (UVA e UVB); stimolano inoltre la sintesi di vitamina D che ha azione antipsoriasica (i derivati della vitamina D sono impiegati nella cura topica della psoriasi). Non utilizzare filtri solari che schermerebbero i raggi UV, ma esporsi gradualmente al sole nelle ore meno calde e meno pericolose (non oltre le 11.00 e dopo le 15.00) per evitare scottature e, sul lungo periodo, il rischio di tumore della pelle.
La psoriasi tende a peggiorare in primavera o in climi umidi.
Come riconoscerla
Le dimensioni delle lesioni possono variare da un piccolo punto fino a grandi placche che coprono una zona estesa della superficie del corpo, ma in ogni caso le lesioni della pelle presentano comuni caratteristiche tipiche:
- le lesioni sono chiaramente delimitate da bordi netti
- la superficie della lesione è coperta di squame di colore argentato non coerenti
- la pelle situata sotto la squama mostra un arrossamento (eritema) uniforme
in tutti i casi si trova il segno di Auspitz (o segno della rugiada sanguigna) che consiste nell’apparizione di alcune emorragie a forma di punti a seguito dell’asportazione di una una squama. Questo segno è caratteristico e si osserva solo in questa malattia.
La psicodiagnosi e il tipo d’intervento più efficace
La psoriasi incide su gran parte degli aspetti del vivere quotidiano del paziente, dalla scelta dei vestiti alle attività sportive, come ad esempio il nuoto, dove l’esposizione di aree cutanee affette comporta emarginazione ed esclusione. L’impatto negativo della patologia si ripercuote anche sulle attività lavorative e scolastiche e sulle relazioni affettive. La compromissione dell’aspetto estetico può dar luogo a disturbi a livello psichico, affettivo e professionale. Il peso psicologico e sociale che essa impone spesso oltrepassa la gravità del disturbo in sé: più del 60% dei pazienti associa alla malattia una diagnosi di depressione e, di questi, il 10% ha idee di suicidio.
Le manifestazioni cutanee della malattia, oltre al dolore e al prurito, provocano disagio, frustrazione e vergogna, da cui deriva la perdita di autostima e un senso di stigmatizzazione. I pazienti provano insicurezza e cercano di nascondere agli altri il proprio problema, spesso isolandosi per paura del rifiuto sociale. Questo forte disagio è ulteriormente esacerbato dal pregiudizio, purtroppo ancora diffuso, che la patologia sia contagiosa. Da una recente indagine A.DI.PSO. risulta che sette italiani su dieci ne temono il contagio e che il 12% di persone con psoriasi frequenta esclusivamente persone affette dalla stessa malattia.
La psoriasi può dunque essere considerata a tutti gli effetti una patologia invalidante, per via dell’impatto fortemente negativo sui pazienti che ne soffrono, che può arrivare a condizionare anche i progetti lavorativi e di carriera.
A tutto ciò si aggiunge anche la frustrazione derivante dalle terapie tradizionali che, in cambio di una risoluzione di breve durata, impongono trattamenti laboriosi, che spesso vincolano il paziente a estenuanti medicazioni e influiscono negativamente sulla capacità di adesione alla cura: ciò contribuisce a instaurare un circolo vizioso, che si traduce in una Qualità della Vita estremamente depauperata.
Sicuramente di grande aiuto per superare e limitare cause ed effetti della malattia è seguire un percorso di psicoterapia cognitivo-comportamentale integrata.